Attività
Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA)
Il D.Lgs. n.18/2023 (recepimento della direttiva europea 2020/2184 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano) ha consolidato la metodologia di sviluppo dei Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA) per l’individuazione delle attività di prevenzione e controllo finalizzate a garantire la migliore qualità delle acque potabili, già introdotta con il Decreto 14 giugno 2017 (recepimento della direttiva UE 2015/1787).
Si tratta di un sostanziale cambiamento di approccio ai fini della tutela della salute umana in tema di acque potabili che segna il passaggio da un regime di monitoraggio basato sul controllo retrospettivo di una serie di parametri analitici a una valutazione del rischio preventiva a più ampio raggio. Il nuovo approccio prevede il controllo di contaminanti emergenti (attualmente non oggetto di monitoraggio sistematico) e la verifica del grado di vulnerabilità dei sistemi idropotabili rispetto agli impatti diretti e indiretti indotti dai cambiamenti climatici.
I Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA), o Water Safety Plan, sono uno strumento di importanza cruciale per garantire la qualità e la sicurezza dell’acqua erogata agli utenti, a partire dall’analisi e dalla prevenzione dei fattori di rischio, monitorando tutta la filiera acquedottistica.
L’obiettivo è uno solo: ridurre i rischi per la salute potenzialmente presenti nell’acqua destinata al consumo umano, garantendo così la protezione e la qualità delle risorse idriche.
Un percorso complesso e articolato, che ha preso l’avvio con il primo PSA veneto (e uno tra i primi a essere completato in Italia), quello per il sistema acquedottistico di Lonigo (26 Comuni con oltre 108.000 abitanti tra Vicenza, Verona e Padova), interessato dalla contaminazione da PFAS, oggi modello di riferimento per i 12 gestori di Viveracqua. Un lavoro durato complessivamente due anni, a cui hanno partecipato autorità nazionali (Istituto Superiore di Sanità) e regionali (Direzione regionale della Sanità) e che ha consentito di analizzare l’intera filiera della distribuzione idrica, e di attivare le necessarie misure di prevenzione dei rischi di contaminazione.
Per lo sviluppo e l’implementazione dei Piani di Sicurezza Acquedotto, ancor prima dell’entrata in vigore della nuova norma, i gestori riuniti in Viveracqua hanno adottato un approccio condiviso. Ad ottobre 2019 hanno avviato un tavolo di lavoro regionale come strumento di dialogo costruttivo con le principali autorità di riferimento: ARPAV, ULSS e Regione Veneto.
La rete di collaborazione strategica costruita dai gestori veneti per affrontare in sinergia le sfide comuni e le problematiche del singolo gestore ha portato all’elaborazione di un metodo univoco per la valutazione dei rischi della filiera idrica.
A febbraio 2023 i gestori idrici riuniti in Viveracqua hanno ultimato le attività per la definizione di un modello unitario di PSA a livello Veneto e rispondente ai requisiti normativi. Hanno inoltre inoltre promosso e guidato un percorso formativo sui PSA per il personale tecnico e operativo del settore acquedotto che ha visto la formazione sul campo di 258 dipendenti delle aziende socie di Viveracqua.
I fattori di successo sono stati la competenza dei tecnici, unita alla condivisione delle esperienze particolari.