Un risultato economico al di sopra delle attese quello ottenuto dalla società nata da un progetto avviato nel giugno del 2011 su iniziativa di Acque Veronesi e Acque Vicentine. A poco più di un anno e mezzo dalla sua costituzione, la società consortile a capitale interamente pubblico, nata dalla “fusione” tra i più importanti gestori del servizio idrico integrato del Veneto ha approvato il bilancio di esercizio 2012, ratificato in data odierna –venerdì 12 aprile- dall’assemblea dei soci costituita dai 5 gestori che fanno parte del progetto, ovvero: Acque Veronesi ( la società con il più alto capitale sociale, il 46,88%), Acque Vicentine, Alto Vicentino Servizi, Centro Veneto Servizi, e Acque del Chiampo.
Una vera e propria “rete” regionale dell’acqua, nata con lo scopo di creare sinergie e gestire in comune molteplici fasi amministrative e operative del servizio idrico nei territori veronesi, vicentini e successivamente anche nelle province di Padova e Treviso, attualmente presieduta da Fabio Trolese (direttore generale di Acque Vicentine), Francesco Berton, vicepresidente di Viveracqua e direttore generale di Acque Veronesi ed il consigliere di amministrazione Massimo Cornaviera, direttore generale di Alto Vicentino Servizi.
Un risultato gestionale che mostra risultati decisamente positivi quello certificato nella sede di Acque Veronesi, oltre che dal consiglio di amministrazione di Viveracqua (che, è bene ricordarlo,è a costo zero, i membri che ne fanno parte non percepiscono infatti nessun indennizzo), anche dai vertici delle singole aziende del servizio idrico venete coinvolte, e che rispecchia la mission costitutiva dell’operazione, vale a dire aumentare l’efficienza e la qualità dei servizi attraverso economie di scala che permetteranno di competere al meglio sul mercato attuale e futuro.
Viveracqua, che non ha scopo di lucro e, nell’ambito di quanto stabilito dall’art. 2602 del Codice Civile, ha per oggetto la prestazione e l’erogazione ai soci consorziati di servizi, ha un capitale sociale di 39 mila euro e ha chiuso l’esercizio 2012 con un dato in pareggio e senza nessuna perdita di natura economica.
La vastità e importanza del territorio coperto (un bacino d’utenza complessivo di 299 Comuni e circa 2 milioni e 200 mila abitanti), la complessità della materia, anche alla luce dello scenario legislativo in materia sempre in mutamento, ed il generale momento di difficoltà economica che attraversa il panorama nazionale non hanno frenato l’ampliamento della società.
L’ottimizzazione e la riduzione dei costi di gestione, la realizzazione di acquisti ed investimenti congiunti, l’aumento della capacità competitiva con la realizzazione di attività di messa a rete dei soci e conseguente vantaggio dell’aumento dei volumi economici e finanziari sono fattori che sono stati in questa prima fase realizzati con successo e hanno contribuito al raggiungimento del bilancio positivo.
Partendo da ogni singola esperienza aziendale, l’attività di Viveracqua ha riguardato anche lo studio e la successiva a creazione di una centrale di committenza unica che ha acquistato in comune forniture e servizi quali energia elettrica, prodotti chimici, materiali idraulici e altre materie prime. I benefici per gli enti gestori, in particolare quelli economici, sia in termini di diminuzione dei costi che di aumento dei ricavi, si sono quindi concretizzati secondo le aspettative.
Un altro compito dell’azienda è stato quello di aggregare i singoli piani di investimento, redigendo un piano generale di sviluppo delle infrastrutture, che complessivamente prevede opere pubbliche per un valore totale di circa 2 miliardi di euro. Un piano di investimenti di ampia portata, con un’alta rilevanza per la salvaguardia delle risorse ambientali dell’intera regione, e che, proprio per questo, ha potuto attivare un dialogo in ambito regionale su possibili linee di finanziamento dedicate allo sviluppo del servizio idrico.
Una realtà, quella di Viveracqua, nata su preciso input dei Sindaci delle principali città che hanno creduto in questo progetto, in primis Flavio Tosi e Achille Variati, e che proprio la settimana scorsa ha allargato ulteriormente i suoi confini, aggiungendo alla sua compagine anche le società Etra Servizi, che interessa parte della provincia di Vicenza e dell’alta padovana e Asi Basso Piave che gestisce il servizio idrico integrato nel trevigiano portando così a 7 il numero dei soci che la compongono. ».
«Viveracqua è nata per rispondere in modo congiunto ai bisogni comuni e per fare “massa critica” rispetto a finanziatori ed istituzioni – spiega il presidente di Viveracqua, Fabio Trolese. – Su indicazione dei soci, abbiamo lavorato finora a tre obiettivi principali: approvvigionamenti congiunti, relazioni comuni con i nuovi regolatori del servizio, ricerca di soluzioni comuni per finanziare gli investimenti in programma per il miglioramento e potenziamento delle infrastrutture di acquedotto, fognatura e depurazione. I primi riscontri sono incoraggianti e vediamo che il nostro progetto sta destando un crescente interesse in ambito regionale.».
Francesco Berton ha commentato: “da maggio 2012 è stato avviato un gruppo di lavoro per approfondire i documenti di consultazione emessi dalla AEEG nella sua attività di Ente Regolatore. Tale gruppo di lavoro si è stabilizzato in un nucleo di risorse appartenenti sia a soci che ad altre società venete operanti nel settore idrico trovando una sua continuità lavorativa che ha portato, nei primi mesi del 2013, alla costituzione di un apposito ufficio che dovrà stabilmente occuparsi dei rapporti con la AEEG e della gestione delle ricadute operative sulle società socie dei provvedimenti adottati da quest’ultima”.
Da sottolineare infine che all’Assemblea hanno partecipato anche 4 enti che gestiscono il servizio idrico nelle province di Udine, Gorizia e al confine tra Pordenone e Venezia. L’obbiettivo in un breve futuro è quello di allargare il “network idrico” anche oltre il Veneto, in Friuli Venezia Giulia. Sono già avviati i colloqui con le società friulane. Un loro ingresso in Viveracqua porterebbe ad un totale di quasi 3 milioni di cittadini e 435 comuni serviti nelle 2 regioni.
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