Tra i principali traguardi, 357 milioni di euro di investimenti in cantieri nel solo 2020, per una spesa pro capite pari a 77 euro per abitante. Un risultato che pone il Veneto ai livelli dei Paesi europei più avanzati in quanto a gestione della risorsa acqua
Dieci anni di sinergia tra aziende pubbliche del servizio idrico del Veneto: questo è Viveracqua, un progetto di stabile collaborazione nato nel 2011 per mettere a fattore comune strumenti e competenze e garantire efficienza operativa, tutela della risorsa idrica e salvaguardia ambientale ai diversi territori serviti. A dare vita alla società consortile, al suo primo decennale, Acque Veronesi e Acque Vicentine (oggi Viacqua).
Un progetto cresciuto dal basso, che ha portato negli anni importanti risultati: ViveracquaLab, la rete dei laboratori a garanzia della qualità dell’acqua erogata ai 4,8 milioni di abitanti serviti; Smart.Met, il progetto europeo da 4,3 milioni di euro e di cui il consorzio è capofila per la creazione di contatori intelligenti; la Centrale Unica di Committenza, che ha permesso di bandire nel solo 2020 ben 730 milioni di gare d’appalto; e, non ultimo, l’operazione Hydrobond, con tre emissioni distinte che hanno permesso di intercettare finanziamenti per un valore complessivo di 475 milioni di euro e realizzare investimenti in tutto il Veneto per 1,2 miliardi di euro.
Nel solo 2020, anno segnato dall’emergenza sanitaria da Covid-19, il valore complessivo delle opere realizzate per migliorare acquedotti, fognature e depuratori è stato di 357 milioni di euro, con una media di ben 77 euro investiti per singolo abitante (la media nazionale si è attestata nel 2019 a 46 euro per abitante l’anno). Un risultato che pone il Veneto ai livelli dei Paesi europei più avanzati in quanto a gestione del servizio idrico.
Collaborazione che le dodici aziende e i rispettivi presidenti hanno voluto racchiudere in un video per i dieci anni dalla fondazione della società consortile, in cui raccontare il valore ad oggi conseguito.
«Nei suoi primi dieci anni di attività – sottolinea la presidente Monica Manto – Viveracqua ha dimostrato di rappresentare a vario titolo un modello virtuoso. Una soluzione concreta, partita dal basso, a un interrogativo condiviso dai gestori idrici pubblici del Veneto, da cui il via al progetto della consortile: come riuscire a raggiungere grandi dimensioni e una gestione di tipo industriale del servizio idrico, come richiesto dalla normativa e suggerito dalle esigenze dei cittadini, mantenendo però un legame stretto con il territorio? La sfida è stata vinta e da dieci anni a questa parte si rinnova nel lavoro quotidiano delle aziende aderenti a Viveracqua, al servizio di quasi cinque milioni di utenti che risiedono in 580 Comuni tra Veneto e Friuli Venezia Giulia».